Referendum, Conte rilancia post di Meloni del 2016: “Sei cambiata”. Ddl di FI per raddoppiare firme

Il giorno dopo il risultato sui referendum su lavoro e cittadinanza il dibattito politico continua. Tra accuse, repliche e riflessioni. Al centro: il flop dell’astensione. Il primo attacco rivolto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, arriva dal leader del M5S, Giuseppe Conte. Che rilancia un post scritto dalla leader di FdI in occasione del referendum sulle trivellazioni in mare con cui accusava l'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi di aver favorito l'astensionismo e difendeva il voto di chi era andato alle urne. "Il partito di Meloni, indirizzato dal fido Fazzolari, esulta trionfalmente e denigra chi ha fatto la battaglia per il referendum per rivendicare più diritti ai lavoratori. Meritano una risposta: la migliore l'ha scritta proprio Giorgia Meloni, nel 2016", scrive Conte sui social.
"Sono trent'anni che bramavi il potere e una volta che l'hai ottenuto, anche sull'istituto referendario, tra trucchi e inviti dei tuoi sodali ad andare al mare, ti sei smentita, con scarsa dignità", prosegue Conte. "Prendere in giro milioni di italiani non è comportamento consono a un presidente del Consiglio. Neppure cambiare idea su tutto. Ma proprio tutto: dalle trivelle in giù. Come sei cambiata Giorgia!", conclude.
Dibattito nel PdNel Pd è il momento della riflessione e dell’analisi del voto. Il dibattito è aperto. Lo stop nei confronti dei riformisti viene da Igor Taruffi, responsabile organizzativo del pd nazionale. Ospite di Radio anch'io su Radio 1, replica alle dichiarazioni post-referendum di quegli esponenti del partito che non hanno condiviso la campagna al fianco della Cgil: “Credo che parlare di regalo alla destra sia proprio fuori luogo, sia sbagliato. Penso che sul lavoro il Pd – ribatte Taruffi – stia reimboccando la strada giusta, che bisognerà insistere e che se ieri 13 milioni di italiani sono andati a votare sì quello rappresenta un elemento politico importante da cui ripartire. Il regalo alla destra secondo me – aggiunge il dem – lo si fa, e lo si è fatto negli anni passati, quando si è interrotto un certo rapporto con il popolo che vogliamo rappresentare assumendo decisioni che ci hanno allontanato dai ceti sociali più deboli".
FI presenta ddl per raddoppiare le firmeCome annunciato. Il gruppo di Forza Italia al Senato ha presentato “la proposta di modifica del primo comma dell'articolo 75 della Costituzione, disponendo l'aumento del numero di sottoscrizioni (da 500.000 a 1.000.000) e del numero di consigli regionali (da 5 a 10) per la richiesta di referendum abrogativo". Il segretario forzista Antonio Tajani lo aveva annunciato ieri, a spoglio in corso. Sottolineando l'opportunità di valutare una modifica della legge sul referendum: “Servono probabilmente più firme, anche perché abbiamo speso tantissimi soldi per esempio per portare centinaia di migliaia, milioni di schede per gli italiani all'estero che sono tornate bianche"
"Si tratta di rafforzare e di non banalizzare uno strumento di democrazia il cui abuso può portare al fallimento", ha commentato il capogruppo di FI a Palazzo Madama, Maurizio Gasparri. In questo modo – prosegue poi la nota del gruppo di FI al Senato – diamo concretezza alle indicazioni politiche che anche ieri Tajani ha espresso. Non vogliamo certamente superare uno strumento di partecipazione democratica, ma vogliamo che sia supportato da un più ampio sostegno, soprattutto oggi che, con le nuove tecnologie, la raccolta delle firme è molto facilitata”. Conclude Gasparri: “Abbiamo voluto agire con tempestività e aprire una riflessione per portare a una rapida decisione in materia”.
La Repubblica